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La Cisl è impegnata da tempo a sostenere percorsi di Ius Culturae e di Ius Scholae nel Paese. La cittadinanza italiana non può non essere riconosciuta a figli di migranti nati in Italia, che vivono in Italia, frequentano le scuole italiane, giocano e crescono insieme ai loro coetanei. E’ una questione etica, prima di tutto, che dovrebbe essere tanto più avvertita in un Paese di emigranti come l’Italia. Su un tema del genere sarebbe auspicabile una condivisione ampia in Parlamento (…)

Integrazione e inclusione: la Cisl chiede il riconoscimento della cittadinanza per i figli dei migranti

Nel corso del Meeting di Rimini, il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha lanciato un appello deciso a favore di percorsi di vera inclusione e integrazione per i figli dei migranti nati e cresciuti in Italia. Secondo Sbarra, i tempi sono ormai maturi per riconoscere la cittadinanza italiana a questi giovani che, pur vivendo e studiando in Italia, si trovano a dover affrontare ostacoli burocratici e legali che li escludono da un pieno diritto di appartenenza al Paese.

“La cittadinanza italiana non può non essere riconosciuta a figli di migranti nati in Italia, che vivono in Italia, che frequentano le scuole italiane”, ha dichiarato Sbarra. Le sue parole riflettono un’urgenza sociale e morale, richiamando la storia dell’Italia stessa, un Paese che per decenni ha conosciuto l’emigrazione e le sue difficoltà. Il segretario della Cisl ha sottolineato come il riconoscimento della cittadinanza a questi giovani rappresenti non solo un atto di giustizia, ma anche un passo necessario verso una maggiore civiltà.

L’impegno della Cisl a favore di percorsi come lo Ius Culturae e lo Ius Scholae non è nuovo. Queste proposte legislative mirano a facilitare il riconoscimento della cittadinanza ai minori stranieri nati o cresciuti in Italia, attraverso il completamento di un ciclo scolastico o educativo. “La Cisl è sempre stata impegnata nel sostenere percorsi di Ius Culturae, di Ius Scholae”, ha ribadito Sbarra, chiamando tutte le forze politiche e sociali a un dialogo responsabile e privo di pregiudizi ideologici.

L’appello di Sbarra non si limita a una semplice richiesta di riforma legislativa, ma è un invito a un cambio di paradigma, affinché l’Italia possa finalmente adottare un approccio inclusivo e integrativo che superi le divisioni politiche e ideologiche. “Abbassiamo le bandiere ideologiche, rompiamo questo schema di eccessivi fondamentalismi, discutiamo nel merito”, ha esortato il segretario generale della Cisl.

Queste parole risuonano in un contesto europeo e mondiale dove i temi dell’immigrazione e dell’integrazione sono al centro del dibattito politico e sociale. In Italia, il percorso verso una cittadinanza inclusiva è stato a lungo ostacolato da divergenze politiche e da un crescente clima di diffidenza nei confronti dell’immigrazione. Tuttavia, l’appello della Cisl invita a considerare l’integrazione come un’opportunità per arricchire il tessuto sociale e culturale del Paese.

La proposta di Sbarra di adottare percorsi di Ius Culturae e Ius Scholae rappresenta una visione di lungo termine che mira a costruire un’Italia più giusta e accogliente. Un Paese capace di riconoscere e valorizzare il contributo di tutti i suoi abitanti, indipendentemente dalle loro origini.

In conclusione, l’appello della Cisl si inserisce in un dibattito che è destinato a crescere nei prossimi mesi. Sarà fondamentale che le forze politiche e sociali rispondano con responsabilità, abbandonando le divisioni ideologiche per costruire insieme un futuro di inclusione e civiltà.

Fonte: agrpress.it