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Seconda Generazione, un Ponte tra presente e  Futuro

Il calendario sociale FIM del 2025 è realizzato in collaborazione con l’ANOLF (Associazione Nazionale oltre le Frontiere); quest’anno abbiamo voluto dedicarlo al tema delle “seconde generazioni” figli di immigrati.

Con questa iniziativa intendiamo sensibilizzare i nostri iscritti e simpatizzanti ma non solo, al tema delle seconde generazioni, che riguarda ragazze e ragazzi nati nel nostro Paese da genitori non autoctoni, ma anche bambini che sono arrivati in Italia o in altri Paesi non di nascita ma in tenera età, sia ai fini del riconoscimento del loro contributo alla crescita culturale ed economica dell’Italia, sia in quanto tema decisivo rispetto al futuro del nostro Paese e dell’Europa oggi alle prese con la grave questione della denatalità.

L’emergere delle seconde generazioni è un sintomo evidente di integrazione degli stranieri, che scelgono di costruirsi una vita nel paese ospitante. Tuttavia, spesso, anche per chi è nato in Europa acquisire la cittadinanza è molto difficile: oggi contrariamente a quanto si pensa, solo in quattro paesi dell’UE il tasso di naturalizzazione supera il 5%. Il paradosso è che se da una parte queste ragazze e ragazzi sono parte integrante della società in cui vivono, dal punto di vista legale non sono considerati cittadine e cittadini europei. In Italia la situazione è ancora più problematica in quanto non esiste il cosiddetto Ius soliovvero l’acquisizione in automatico della cittadinanza del paese in cui si nasce, e dunque anche le seconde generazioni di immigrati sono tenute a seguire un percorso detto di naturalizzazione, vale a dire una lunga pratica per ottenere la cittadinanza. Le procedure in materia sono attualmente disciplinate dalla Legge n. 91/1992, in base alla quale chiunque sia nata/o in territorio italiano può richiedere la cittadinanza solo al compimento dei 18 anni, e a condizione di aver vissuto legalmente in Italia senza interruzioni.

Il tema dello ius soli è tuttavia terreno di scontro politico, oggetto di una squallida speculazione sulla pelle di bambini e ragazzi che sono in tutto e per tutto italiani, per i quali la cittadinanza dovrebbe essere automatica.

Il fenomeno migratorio, peraltro, non è transitorio ma strutturale, per ragioni di oppressione politica, cambiamenti climatici o di sopravvivenza materiale che muovono gli immigrati dal loro paese d’origine verso altri approdi. Da diversi decenni non solo l’Italia ma l’Europa intera è diventata terra di immigrazione e ad oggi oltre un quinto della sua popolazione residente in età lavorativa (tra i 15 e i 64 anni) è nata all’estero o ha almeno un genitore nato all’estero (61 milioni di persone). Se escludiamo i flussi migratori interni all’Ue e consideriamo soltanto i cittadini extra-comunitari e i loro discendenti, parliamo di circa 17 milioni di persone: il 6% della popolazione europea.

La FIM non rimane indifferente a questione così delicate, che riguardano la vita concreta, quotidiana, di migliaia di esseri umani, che alla sofferenza vissuta nel dover lasciare il loro paese, spesso vedono aggiungersi quella che nasce dall’ostilità verso la loro accoglienza nei paesi ospitanti.

Con il calendario sociale 2025, intendiamo sensibilizzare e valorizzare attraverso una serie di immagini che ci accompagneranno per tutto l’anno, il ruolo attivo degli immigrati e in particolare delle “seconde generazioni” in Italia, rompendo quel velo di ipocrisia della politica e di certa opinione pubblica che vorrebbe confinare gli immigrati nei cantieri, nelle fabbriche, nelle famiglie dove svolgono il loro pesante (preziosissimo) lavoro, che gli italiani non fanno più da tempo, ma non riconoscere loro la piena partecipazione alla vita sociale e civile, ossia la piena cittadinanza. Una scelta peraltro politicamente miope davanti all’inverno demografico che stiamo vivendo: gli immigrati infatti rappresentano una risorsa fondamentale per il presente e per il futuro del nostro Paese e dell’Europa. L’invito che facciamo insieme all’Anolf è quello di riconoscere, nella complessità sociale la bellezza e il potenziale di una società multietnica, dove il rispetto delle regole e delle persone, la partecipazione e il dialogo tra culture differenti, diventano i pilastri per un futuro di pace e prosperità condivisa.

Come tutti gli anni i proventi della vendita del nostro calendario sociale saranno devoluti per sostenere una causa sociale, quest’anno abbiamo deciso di devolverli al Doposcuola di Porta Palazzo a CasArcobaleno  Torino. Fondato per i bambini del quartiere.

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