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Non ce l’ha fatta il giovane bracciante indiano, che in provincia di Latina era stato abbandonato per strada senza soccorsi, con un braccio amputato da un incidente sul lavoro.

La morte del bracciante agricolo di origine indiana – dichiara in una nota, Maria Ilena Rocha Presidente dell’ANOLF Nazionale – rappresenta l’ennesimo triste episodio di violazione dei diritti umani e di tutte le norme inerenti la sicurezza dei lavoratori.

L’ennesima vittima di caporalato – prosegue Rocha – ci impone di riflettere sul sistema complesso della regolarizzazione e sullo status di irregolarità come un fatto inaccettabile. Ci appelliamo alle Istituzioni affinché vengano rafforzati maggiori controlli che colpiscano il lavoro nero e lo sfruttamento garantendo protezione a tutti coloro che denunciano.

L’ANOLF si unisce al dolore della famiglia della vittima – continua Rocha – ed esprime piena solidarietà e sostegno alla comunità indiana, seguita da anni dalla stessa struttura territoriale dell’ANOLF di Latina con la Presidente Kati Didi Boboc. 

La nostra associazione – conclude Rocha – prosegue con determinazione quella battaglia condivisa con la Cisl, la categoria agroalimentare Fai e tutte le categorie che in queste ore hanno espresso la loro vicinanza su questo tema. Nelle prossime ore saremo al fianco della Cisl Latina del Segretario Generale Roberto Cecere, per la storica sinergia che ci accomuna, insieme, per rivendicare maggiore attività di controllo, rafforzamento delle sanzioni e un grande investimento su prevenzione e formazione.